Il male dell'anima si sa cosa vuol dire.
Un giorno ci si sveglia e nulla è cambiato nella normalità
e nella quotidianità,
ma ci si sente meno vivi.
Queste fotografie parlano di questo, sono una finestra sulla
perdita di vitalità.
Il male dell'anima è il male di vivere: si è un
po' giù, sempre un po' di più,
fino a sentirsi depressi, cioè premuti, schiacciati, oppressi,
nascosti e a volte vinti.
Non si è più capaci, non ci si sente più
all'altezza nel rispondere agli stimoli dell'ambiente,
quelli nuovi e quelli di sempre.
La vita rallenta, a volte si ferma, ed è come stare tra
due mondi:
quello della vitalità e quello del suo opposto la non vitalità.
E' come il risveglio del mattino, può essere un passaggio
difficile,
il passaggio dal sonno alla veglia, il passaggio da un mondo all'altro,
a volte faticoso, anche doloroso, e si sta lì, fermi.
Il tempo passa ma in realtà è fermo, così
lo sguardo, il corpo, tutto è fisso.
Queste fotografie rappresentano quello stare lì dove si
accalcano pensieri e gesti pesanti,
dove tutto si spegne e perde vita, dove tutto deve passare ma
non si sa più come
e si attende un altro giorno, quel giorno dal risveglio più
luminoso, colorato.
Sono la rappresentazione che le parole non sanno dire o che non
bastano per dire.
Sono le immagini dove ciascuno si può specchiare e non
averne paura perché tutto si può,
anche fermarsi un attimo, breve o lungo, e aspettare che ritorni
la luce,
che ritorni la vitalità con un sorriso, uno sguardo, un
abbraccio.
O con un raggio di sole che passa tra le nuvole.
Finalmente.