- Ettore Toniolo -

Classici

 
   

La Spada di Shannara
di Terry Brooks,

Traduzione di Silvia Stefani.
Titolo originale dell'opera:
The sword of Shannara (1977).

Editore: Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.
Edizione del Club degli Editori.



I mondi si aprono davanti ai nostri occhi, quando spalanchiamo porte o raggiungiamo alti valichi.
La curiosità verso nuovi orizzonti parte da uno stimolo molte volte casuale.
La scintilla scocca a sorpresa in un momento definito nello spazio e preciso nel tempo
che anche a distanza di anni riusciamo a puntualizzare.
Nel caso della mia personale passione per il fantasy
posso far risalire il primo approccio ad un libro (questo)
e ad un periodo altrettanto certo: l'aprile del 1981.
Ricordo con piacere la voracità nella prima lettura (620 pagine in 15 giorni),
che mi ha permesso di varcare un mondo che al momento non conoscevo.
Non ricordo invece il motivo della sospensione, a un terzo circa,
della mia seconda lettura: in tale occasione ho segnato la data d'inizio e sottolineato alcune frasi.
L'ultima lettura quattro anni or sono mi ha convinto a completare l'intera saga composta da 14 volumi.

Flick e Shea ci accompagnano attraverso tutte le pagine del romanzo
e ci fanno da guida nelle quattro terre mostrandoci villaggi, percorrendo sentieri invisibili,
scoprendo territori, pianure sconfinate, personaggi comuni e altri
con capacità che si rivelano al momento opportuno.
Lasciamoci coinvolgere senza timore.

(aprile 1981) (marzo 1990) (ottobre 2002)


"Un'orrenda creatura dalle ali nere era stata avvistata
solo qualche giorno prima nel cielo notturno della vallata." (pag. 8)

"I governi centrali sono sempre stati il pericolo più grave per l'umanità.
Ora non esistono più... Le piccole comunità sono il nuovo modello di vita.
Certe cose è meglio che sia l'individuo a sbrigarsele." (pag. 30)

"Presto il suono magnetico del canto riempì l'aria di un gaio,
selvaggio abbandono, che lo raggiunse nelle profondità più remote della mente,
ordinandogli di seguirlo, di abbandonarsi liberamente come la canzone."
...
" E in quell'istante la ragazza e il suo canto si dissolsero
e Menion rimase solo di fronte a quello strano albero,
sull'altura deserta. (pag. 110 - pag 111)

"... quell'angolo nero, spaventoso, della mente umana in cui la paura è padrona
e la ragione non può penetrare." (pag. 339)

"La corda che li legava li tratteneva dalla solitudine di morte che permeava la nebbia,
unendoli non tanto l'uno all'altro
quanto al mondo di sole e di vita che si erano lasciati alle spalle." (pag. 442)

"Non vi era movimento se non il lento arco immutabile di un sole senza età,
indifferente nel suo eterno percorso da est a ovest." (pag. 519)

"Negando la propria morte, aveva alimentato il proprio corpo senza vita
nel tentativo di raggiungere l'immortatlità." (pag. 599)

 


 

Il viaggio meraviglioso di Nils Holgersson
di Selma Lagerlof,

Traduzione di Francesco Saba Sardi.
Illustrazioni di Neil Moore.
Titolo originale dell'opera:
Nils Holgersson underbara resa (1906-1907).

Editore: Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.


Il giovane Nils Holgersson non è un esempio di gentilezza
nei rapporti con gli animali della fattoria dove vive con i genitori.
Un coboldo una sera per punirlo di questa sua scarsa “socialità”
verso bipedi e quadrupedi di campagna lo trasformerà in un piccolo essere.
La nuova vita di Nils risulta poco piacevole alla mercè di coloro che aveva torturato per tanti anni,
pertanto aggrappandosi al collo dell’oca domestica Marten
(desiderosa da tempo di aggregarsi ad uno stormo migratore di oche selvatiche)
si troverà a volare per tutta una primavera, un’estate per tornare a casa solo in autunno inoltrato
con un bagaglio incredibile di esperienze che in otto mesi lo faranno crescere (in tutti i sensi).
Noi con Nils sorvoleremo e conosceremo la Svezia
con i suoi laghi, i suoi monti e i fiumi, le città, le tradizioni e le leggende.
Dopo aver letto questo libro sarà molto difficile mettere anche un solo piede a terra.
“Il meraviglioso viaggio di Nils Holgersson” compie 100 anni
e spero continui a volare per molto tempo nelle menti di coloro
che vogliono conoscere e scoprire cose e luoghi nuovi ogni giorno senza sosta.
L’autrice Selma Lagerlof  (Marbacka 1858 – Varmland 1940)
ha ricevuto il premio nobel per la letteratura nel 1908.
(giugno-agosto 2007)


"E all'improvviso si chiese che cosa fosse quell'ombra nera
comparsa sul bordo della cassapanca." (pagg. 11-12)

"Non aveva mai supposto che lassù l'aria fosse cosi fine
e che il profumo della terra e dei boschi salisse tanto in alto.
E com'era divertente volare al di sopra della terra!
Era come abbandonare tutte le preoccupazioni,
staccarsi dai pensieri e dagli assilli d'ogni genere." (pag. 21)

"Le tenebre calavano dal cielo, lo spavento strisciava sulle orme della notte,
nella foresta si udivano passi furtivi e fruscii." (pag. 24)

"Le gru sono abilissime nelle previsioni meteorologiche,
e non convocherebbero di sicuro gli altri animali se ci fosse il rischio di pioggia." (pag. 49)

"E comparvero gli uccelli grigi vestiti di crepuscolo, ...
... scesero la china come se scivolassero,
in preda a una vertigine misteriosa." (pag. 53)

"L'uomo di bronzo batté il suolo col grosso bastone,
ma Nils non seppe mai quel che aveva intenzione di fare,
perché in quella il sole si levò, e subito l'uomo di bronzo
e l'uomo di legno scompavero come se fossero fatti di nebbia ." (pag. 69)

"... il volto era stranamente bianco,
come se fosse illuminato dal pallido riflesso di una luna invisibile." (pag. 114)

"I caratteri erano così piccoli che a stento riuscirono a decifrare la scritta:
"Nils Holgersson di Vemmenhog Ovest" ." (pag. 131)

"Gli era stato dunque concesso di vedere uomini e donne di un'altra età,
tornati a rivivere per una notte?" (pag. 146)

"Quando si rialzò, le foche erano scomparse
e al loro posto stavano altrettante bellissime fanciulle
incoronate di perle e vestite di lunghi abiti di seta verde." (pag. 162)

"Le ondine possiedono qualcosa che le rende più affascinantid elle comuni mortali,
e ora che il sangue di una di loro era mescolato alle onde,
quel fascino si era trasmesso all'ambiente circostante, ..." (pag. 163)

"Magnifici alberi, faggi, querce, tigli, avanzavano lentamente in mezzo alla strada,
non cedendo il passo a nessuno, in un orgoglioso fruscio di fogliame." (pag. 179)

"Ai suoi piedi erano distesi tre lupi neri
che alla vista del sole si alzarono spalancando le fauci.
Dalla gola dell'uno usci un freddo penetrante;
dalla gola del secondo un tagliente vento di tramontana;
e la gola del terzo vomitò nere tenebre." (pag. 181)

"... il maschietto portava un rastrello
e se rastrellava davanti a una casa significava che molti degli abitanti di essa stavano per morire;
ma non tutti, perché il rastrello ha denti radi e non porta via tutto." (pag. 187)

"Un'oca selvatica deve sapersi nutrire d'aria e bere il vento." (pag. 200)


 


 



L'ultimo elfo
di Silvana De Mari.
Illustrazioni di Gianni De Conno
Editore: Adriano Salani Editore Srl.
marzo 2004.



Dalla visione dell'immagine di copertina alla lettura delle prime righe il passo è brevissimo.
Dal morbido verde che circonda il piccolo elfo ci trasferiamo
nel bel mezzo di un grigioso acquazzone ("La pioggia cadeva da giorni"),
avvertiamo l'umidità sulla pelle e ci troviamo a nostra volta a vagare
tra le pozzanghere nella foresta buia senza riferimenti.
Dalle prime pagine bagnate passiamo all'interno di un'accogliente casupola
dove incontriamo la prima figura umana.

In breve ci accorgiamo di ragionare come un elfo,
"uno nato da poco" e come fossimo seduti sulla sua spalla
seguiamo molto da vicino le sue avventure.
Con sorpresa, dopo un centinaio di pagine, entra nella storia
uno straordinario personaggio che ha una cosa in comune col piccolo elfo:
il fatto di essere anche lui un ultimo: di questa figura approfondiremo la conoscenza
nella seconda parte a lui dedicata.
Visiteremo anche una cittadina governata da un despota,
un villaggio, un orfanotrofio, una biblioteca infinita e altri luoghi di passaggio
in cui transiteremo a fianco dei vari protagonisti.
(gennaio 2006)


Come assaggio riporto l'inizio
di alcuni capitolo scelti a caso
in quanto sono tutti incantevoli:

- L'alba fu grigia come tutte le albe.
- Li svegliarono gli alabardieri.
- L'acqua entrò nella bocca e nel naso.
- Il sole illuminò l'alba.
- Il problema era come.
- L'alba sorse un po' meno livida del solito.
- La giornata era livida.
- Non è che Robi sapesse veramente leggere.
- L'alba si presentò piena di rosa e oro, ...
- La paura si era impossessata del mondo.
- La caverna era immensa.
- All'alba la nebbia si alzò.
- La luna illuminava il mondo.

e alcuni frammenti di narrazione:

"Gli elfi non mangiano niente che ha pensato, che ha corso,
che ha avuto fame e che ha avuto paura della morte." (pag. 26)

"Quando uno ha troppa tristezza, la magia ci annega dentro,
come le persone dentro l'acqua." ...
" Se pensi forte le cose, loro diventano vere.
Ma se dentro hai la tristezza, tutto quello che ti esce dalla testa è tristezza."(pag. 35)

"La disperazione e la paura possono riempire la testa
e la magia ci annega dentro." (pag. 50)

"Disposte a bruciarsi vive per non invecchiare.
Non nasceva una nuova fenice, capisci:
era era sempre lo stesso pollastro con la testa piena
di sole scempiaggini che risorgeva!" (pag. 178)

"Quando tutto ti fa paura, hai bisogno di un sogno
ancor più che di qualcosa da mangiare." (pag. 214)

"... una grotta enorme con grandi colonne di roccia
che un po' salivano su dal suolo,
un po' piovevano giù dal soffitto" (pag. 268)

 


 

 

La storia infinita
di Michael Ende,

dalla A alla Z con capilettera di Antonio Basoli.
Traduzione dall'originale tedesco
(Die unendliche geschichte) di Amina Pandolfi
.
Editore: Editori Associati S.p.A..
Prima edizione TEADUE: aprile 1988.

 

La storia infinita
di Michael Ende,

con capilettera di Antonio Basoli.
Traduzione dall'originale tedesco
(Die unendliche geschichte) di Amina Pandolfi
.
Ricerca iconografica di Rosanna Pavoni.
Editore: Longanesi & C. Milano.
Diciottesima edizione: marzo 1986.

La stesura è durata due anni, l'opera è uscita in Germania nel 1979.

 

 

La storia infinita
(The neverending story)
un film di Wolfgang Petersen,

Durata: 90 minuti.
1984.

"Questa scritta stava sulla porta a vetri di una botteguccia,
ma naturalmente così la si vedeva solo guardando attraverso il vetro dall'interno del locale in penombra."

"Il signor Coriandoli non si sbagliava.
Ma questa è un'altra storia, e si dovrà raccontare un'altra volta."

L'alfa e l'omega della Storia Infinita.


Di fronte ad un classico le parole non servono, rischiano di non essere all'altezza,
di sminuire il valore dell'opera sottolineando solo alcuni tratti del lavoro
e magari trascurando i principali.
Anche il film tratto dal libro è degno di nota;
pur con gli adattamenti cinematografici necessari per trasferire la storia su pellicola è incantevole.
Pertanto buona lettura prima e buona visione poi.

(maggio 2003)

 


 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

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