- Ettore Toniolo -

Raccolte

 
   

Leggende e Fiabe
di Hermann Hesse
.
Traduzione di Mirella Ulivieri.
Titolo originale dell'opera: Legenden.

Editore: Newton Compton Editore S.r.l..
Grandi Tascabili Economici
Pubblicazione settimanale: 28 maggio 1988


Ogni autore di opere letterarie non può aver composto solo grandi romanzi,
deve per forza aver firmato anche brevi scritti che pur concludendosi
in poche pagine mostrano importanti frammenti di vita.
Questi componimenti si rivelano molto frizzanti
perché non pretendono di mostrarsi al mondo sotto forma di capolavori
ma lo diventano per quella leggerezza che li pervade,
che tocca ogni persona nella quotidianità direttamente o per simpatia.
Mi sono divertito ad abbinare un aggettivo ad ogni racconto subito dopo averlo letto.
(Il tritone: fantastico - Il nano: incantevole - Gioco d'ombre: ingiusto - Il bel sogno: fluttuante
- Aventiure... narrata secondo antiche fonti: shakespiriano,
ecc. ecc.)
Rileggendo a distanza di qualche mese l'aggettivo assegnato
il racconto si svela una seconda volta davanti ai miei occhi e
con piacere ricordo i luoghi della lettura: la sabbia, il mare, i gabbiani.
(agosto 2006)


"O uomini poveri e infelici, quanto misera e senza gioia trascorre la vostra vita,
simile a un'acqua torbida che anzitempo muore nella sabbia." (pag. 25)

"Io sono un vaso rotto, e la mia vita cola via attraverso una crepa insanabile." (pag. 28)

"Ma cosa sono ottant'anni? Il tempo se ne vola via, come avesse ali d'uccello." (pag. 80)

"... la mano di Dio toccò questo buon uomo con tanta potenza che egli riconobbe con spavento
la vanità della propria condotta." (pag. 87)

"Andò nudo nei boschi, nei quali scomparve per sempre." (pag. 103)

"... stanco di questa lotta con un'immagine della memoria..." (pag. 117)

"Quasi mai le sue storie iniziavano nei paesi stranieri dove l'anima di chi ascolta
non sa volare con le proprie ali ma cominciava là dove
le cose si possono vedere con i propri occhi, ..." (pag. 136)

"... e strade tagliavano la solitudine." (pag. 164)

"Conoscevo la nostra valle fino al grande mulino; al di la di questo,
cominciava dunque il mondo." (pag. 183)

"... non riuscì più a distinguere tra i riflessi e gli oggetti reali, ..." (pag. 216)

"... nella mia terra la morte non è molto temuta, e la maggior parte della gente
va volenterosa, ... verso la trasformazione." (pag. 233)

"... sedette sotto l'albero dei ricordi per un giorno e una notte, ..." (pag. 237)

 


 

L'uccisore del Drago
e altri racconti della giovinezza

di Reiner Maria Rilke
.
Traduzione di Danila Moro.
Titolo originale dell'opera: Der Drachentoter, ... (1894-1902).

Editore: Demetra S.r.l.
Prima edizione: giugno 1996.

 


Ho appena chiuso un volumetto di 76 pagine
occupate da sei strani racconti,
molto strani, veramente particolari.
Lontani l'uno dall'altro, tutti ci portano a conoscere piccoli mondi
che con poche pagine mentalmente riusciamo a delineare,
mentre le conclusioni rendono possibile varie interpretazioni
e mi lasciano ogni volta un po' perplesso, ma non insoddisfatto.
Il Drago, la Cucitrice, il Becchino, la giovane Gita
il pallido giovane scultore Werner, Clotilde e Rosina:
sono personaggi da incontrare almeno due volte nella vita.
(febbraio 2006 - dicembre 2006)


"Era una di quelle serate primaverili nelle quali il mondo sembra tre volte più grande del normale.
Il cielo si è sollevato? La terra si è abbassata? Non si sa." (pag. 15)

"Il viso si abituava alla morte, ma le rose si schiusero come occhi
che guardavano in un'altra vita. " (pag. 38)

"Ma no: pensare non funziona. E' diverso che in treno, dove tutto si muove ." (pag. 45)

"Ma gli anni non si arrestarono né davanti alle sue canzoni di Shumann,
né alle sue trecce sciolte." (pag. 73)

"Senza avvedersene, Rosina si inoltrava sempre più profondamente
nell'oscurità della sua anima, come in un grande bosco.
Infine, giunta nel fitto del bosco, scoppiò una tempesta" (pag. 74)


 



 

Lo specchio nello specchio
di Michael Ende.
con 18 illustrazioni di Edgar Ende (pittore surrealista tedesco e padre di Michael).

Traduzione di Donatella Frediani.
Titolo originale dell'opera: Der Spiegel im Spiegel (1984).

Editore: CDE Spa - Milano
Prima edizione: maggio 1986.

 


Le raccolte di racconti hanno la capacità di condurci all’interno di una spirale che,
inesorabilmente, ci trascina al suo interno.
Lungo la spira sempre più stretta sono posizionati i racconti in sequenza,
uno incatenato al successivo e noi non possiamo più uscire dal vortice fino al centro.
Ognuno di questi racconti ha un finale che giunge qualche pagina prima di quando ce l’aspettiamo,
nel senso che lascia qualcosa da rivelare che dobbiamo immaginare noi
nei pochi minuti di silenzio che seguono la lettura di un frammento di questa raccolta.
Attenzione alle spirali che non portano sempre al centro ma a volte,
dopo la prima spira, ci sbalzano all’esterno.
(febbraio 2007)

"Un inizio è sempre un'assurdità mostruosa.
Perché? Perché non esiste!" (pag. 22)

"Senta, temo di non essere abbastanza ricco
da potermi permettere qualcosa che non costa niente." (pag. 39)

"Aspettando dimentico persino che cosa aspettavo " (pag. 53)

"Poiché viveva da solo, la sua giornata era irrimediabilmente finita
appena chiudeva dietro di sé la porta della sua abitazione. " (pag. 142)

"Capelli di un grigio smorto attorniano la testa e le spalle come fumo, ..." (pag. 193)


"E' vero che tutto il male comincia quando si dimentica una nostalgia? ...
... Nessuno può immaginare fino a che punto può giungere uno che ha perso la speranza. " (pag. 201)


"<Per prendere il potere>, rispose il dittatore, <ho dovuto strapparlo a quelli che lo avevano.
E per mantenerlo ho dovuto servirmene contro coloro che volevano togliermelo.> " (pag. 227)


 

 



 

 

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